sabato 7 aprile 2012

I politici italiani? Cadono tutti dalle nuvole

Lo sapevate che i politici italiani sono degli ignoranti? Ma non nel senso che sono dei somari… quello lo sapevamo già. Nel senso che tutti, ma proprio tutti, dalla punta della Sicilia all’estremo nord, ignorano ciò  che  accade quotidianamente sotto il loro naso. Non sanno mai nulla: cadono sempre dalle nuvole. Così, in vent’anni di seconda Repubblica le abbiamo viste proprio tutte: l’ex  ministro Scajola che non sapeva chi gli aveva comprato la casa a Roma con vista sul Colosseo, l’ex segretario della Margherita, Francesco Rutelli, che non sapeva nulla degli ammanchi nelle casse del suo partito, e l’ormai ex capo storico della Lega Nord, Umberto Bossi, che ignorava con quali soldi gli fossero stati pagati i lavori di ristrutturazione nella sua residenza di Gemonio, i diplomi e le lauree dei figli,i finanziamenti alla scuola privata della moglie e tutta una serie di spese extra a favore delle persone a lui fedeli. Alcuni di essi non sapevano nemmeno che in Italia si stava facendo largo una crisi economica spaventosa. Tant’ è vero che gli italiani hanno dovuto aspettare  “il governo dei professori “ per sapere con certezza che la crisi non era legata a un mero  « fattore psicologico». E non ci può essere dubbio alcuno sul fatto che questi signori non si siano mai accorti di nulla. In fondo, anche alle famiglie italiane oneste che  non riescono più ad arrivare alla fine del mese può accadere di tanto in tanto che qualcuno,a loro insaputa, gli paghi le bollette, il mutuo sulla casa, le rate della macchina. E chissà che qualcuno non gli abbia pagato, sempre a loro insaputa, anche una cena al ristorante: perché, si sa, in Italia « i ristoranti sono sempre pieni», non c’è mai una sedia libera: nemmeno a pagarla di tasca propria. Davanti a una simile realtà, se qualcosa andasse storto a nessuno verrebbe mai in mente di prendersela con loro, con i nostri “parlamentari tontoloni”. In fin dei conti i politici italiani sono solo dei “poveri sprovveduti “ che hanno guidato il paese fino a portarlo ad un passo dalla banca rotta. E anche nel caso in cui fossero riusciti a mandare l’Italia in malora, la colpa non sarebbe stata loro,ma degli altri.  E cioè: dei media, dei giornalisti e degli scrittori, che hanno usato la libertà di espressione  per «gettare fango sul nostro paese»; dell’Europa, rea di averci ricordato che non abbiamo mai rispettato i trattati; e in fine dei magistrati, rei secondo la classe politica di « non pagare abbastanza per gli errori commessi». Si perché gli onorevoli che hanno guidato l’Italia per ben otto degli ultimi dieci anni  hanno anche pensato di accanirsi contro coloro i quali vengono pagati per tenere sempre gli occhi aperti: quelli che, tanto per capirci, hanno il compito di controllare che  ai “poveri onorevoli” distratti dalle faccende familiari e dai bunga bunga  non  sfugga di mente  il fatto che non si possono usare i finanziamenti pubblici ai partiti per scopi privati, che ricevere soldi in nero è reato e che non possono, per nessuna ragione al mondo, avere rapporti con personaggi legati alla malavita. Effettivamente, sarebbe un vero scandalo se dei magistrati cattivi se la prendessero con dei “poveri sprovveduti” che hanno ricevuto solo 2,5 miliardi di euro  di rimborsi elettorali negli ultimi 18 anni. Tuttavia, gli italiani possono stare tranquilli, quei “simpatici scapestrati” dei nostri onorevoli hanno pensato bene di spendere solo 579 milioni. I restanti 1,9 miliardi di euro di rimborsi elettorali pagati dai cittadini sono stati messi in salvo  da qualche parte, magari all’estero. Magari in Tanzania, alle Cayman. O chissà in quale altro posto sperduto nei mari del sud. Al sicuro. Lontano. In posti impensabili dove mai nessuno, nemmeno quelli che glieli hanno dati, potranno reclamarli: nemmeno se dovessero servire per finanziare le pensioni o la cassa integrazione a quelle famiglie che, nei partiti e nei loro leader, ci hanno sempre creduto.