martedì 27 marzo 2012

Il teatrino della Circumvesuviana

Napoli 27/03/2012 – Ormai comprare un biglietto della Circumvesuviana è diventato un po’ come comprare un gratta e vinci. Funziona così: l’utente compra un biglietto e, se gli  va bene, “vince” un viaggio di sola andata per la meta prefissata, mentre, se gli va male, viene avvisato all’ultimo istante da una scritta lampeggiante sul display delle partenze  che « il treno è stato soppresso». E il tutto, ovviamente, viene fatto senza preavviso e senza presentare le proprie scuse. Si perché, sono lontani i tempi in cui la compagnia di trasporti vesuviana si  scusava per  i disagi causati agli utenti : soprattutto da quando i disagi sono diventati “ la regola ” e non “ l’eccezione ”.  La Circumvesuviana di oggi non è più quella di una volta.  Non è più la compagnia ferroviaria che consentiva ogni giorno a migliaia di pendolari campani di raggiungere il posto di lavoro acquistando un biglietto del treno a costi accettabili. Oggi la compagnia si è evoluta in  qualcos’ altro. E’ passata in pochi mesi dall’ essere una delle società di trasporti più importanti del mezzogiorno a una sorta di “compagnia teatrale” famosa per le sue sceneggiate. E l’ultimo atto della “Premiata ditta Circumvesuviana”  è andato in scena ieri alle 13:00 nella stazione di Porta Nolana a Napoli, dove, alcune centinaia di pendolari, disperati, stavano aspettando con ansia che dai display luminosi uscisse finalmente la scritta «Treno in partenza». E quando finalmente la scritta è comparsa sul tabellone la gente, al settimo cielo per la notizia, si è subito diretta verso il binario numero sei per prendere  l’unico treno disponibile in quel momento, quello diretto verso la città di Sarno. Tutto è accaduto in un attimo: la gente si è infilata nei vagoni, ha occupato tutti i posti disponibili, si è aggrappata alle maniglie sicura che il treno stesse per partire e poi, proprio mentre tutti erano sicuri che le porte stessero finalmente per chiudersi , un attimo prima della partenza sono arrivati una serie di omini in divisa blu che con molta nonchalance, e una buona dose di strafottenza, hanno informato i passeggeri che l’ultima carrozza era  stata «staccata dal convoglio» e che si sarebbero mosse solo le prime due.  Ma come spesso accade in ogni commedia che si rispetti, i personaggi chiave della vicenda, i pendolari, non si sono dati per vinti: sono usciti dall’ultimo vagone come tori inferociti e sono andati a conquistarsi  un angolino  nelle carrozze davanti. Il treno era  stracolmo. Si riusciva a stento a respirare. Ma  nonostante ciò la gente era contenta perché l’incubo stava per finire; di lì a poco le porte si sarebbero chiuse e il treno avrebbe iniziato a muoversi… ma avevano fatto male i conti. Avevano dimenticato che nelle stazioni della Circumvesuviana i colpi di scena sono all’ordine del giorno. E così, a pochi istanti dalla partenza una vocina  che veniva fuori dagli altoparlanti  ha avvisato i passeggeri che il treno delle 13:02 per Sarno  sarebbe partito dal binario sette anziché sei.  In quel preciso istante, un silenzio tombale è calato tra i  passeggeri stipati nel treno come sardine. Tutti si sono guardati intorno, sbigottiti, fino a quando un vecchietto ha rotto il silenzio urlando: « ma chist so’ sciem». Quello del signore anziano è stato un urlo provvidenziale, una sorta di scossa che ha ridato alla gente, ormai esausta, la forza di riprovarci ancora. E un attimo dopo i pendolari erano già in corsa  verso il binario numero sette: il binario dal quale poi è finalmente partito il treno.  Scene di ordinaria follia come queste sono ormai all’ordine del giorno. Nelle stazioni e sui treni della Circumvesuviana si vede di tutto: capistazione che lasciano lo sportello incustodito per molto tempo, persone senza biglietto che scavalcano le barriere di ingresso ai treni, controllori che  non controllano più i biglietti e, dulcis in fundo, un’associazione a delinquere interna, composta dagli stessi dipendenti, che si è ormai arrogata il diritto di sopprimere senza preavviso decine di  treni ogni giorno. Di fronte a una simile situazione ci si chiede che fine abbiano fatto i registi di questa imbarazzante commedia, i manager dell’Ente autonomo Volturno, la holding regionale proprietaria della Circumvesuviana.  Purtroppo a questa domanda sembra non esserci nessuna risposta. Sembra quasi che gli attori di questa “sceneggiata napoletana” siano stati abbandonati a se stessi; quasi come se si sia in attesa di qualcos’altro. O forse sarebbe meglio dire di qualcun’ altro: magari di un nuovo acquirente. Si, di un nuovo proprietario  pronto a rilevare un carrozzone vecchio, svalutato  e senza credibilità che ormai non vale più nemmeno il costo del biglietto.

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