martedì 7 febbraio 2012

Bahia: lo sciopero della polizia getta nel caos la capitale

Salvador de Bahia 06/02/2012 – Lo sciopero indetto dalle forze di polizia lo scorso 31 gennaio sta mettendo a dura prova l’immagine del Brasile all’estero. A meno di due settimane dall’inizio dei festeggiamenti del carnevale la protesta è tutt’altro che rientrata. Nella giornata di ieri un manipolo di poliziotti ha occupato il parlamento di  Bahia in segno di protesta. I poliziotti hanno persino rifiutato l’ultimatum del presidente dell’assemblea legislativa, Marcelo Nilo, che li aveva esortati ad abbandonare il palazzo entro la mezzanotte di ieri. Gli scioperanti non si sono fatti intimidire nemmeno dalla presenza dell’ esercito inviato  dal governo centrale per porre fine alle rimostranze bollate ormai come «Illegali» dal ministro della Giustizia brasiliano Josè Eduardo Cardozo. Secondo il ministro  gli organizzatori dello sciopero avrebbero  messo in piedi una «guerra psicologica» allo scopo di screditare le più alte autorità dello stato di Bahia. Non a caso, da quando è iniziato lo sciopero, sono scomparsi dalle strade di Bahia un terzo dei 31000 poliziotti in servizio: tutti hanno incrociato le braccia. E si sa, quando il gatto non c’è i topi ballano. Così, nel giro di pochi giorni  è scoppiato il caos. Decine di bande criminali si sono riversate per le strade di Salvador seminando il terrore tra la popolazione. Risultato: 83 omicidi in appena sei giorni di sciopero. Le immagini dei malviventi che fermano gli autobus per rapinare i passeggeri hanno  fatto ormai il giro del mondo. Ma ciò che più ha colpito l’opinione pubblica è stata la determinazione con la quale i poliziotti hanno portato avanti la protesta. Nella giornata di ieri, uno dei leader della manifestazione, per nulla preoccupato dagli evidenti problemi di ordine pubblico, ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di arrendersi. « Resisteremo a oltranza fino a quando il governo non avrà accettato le nostre richieste» ha detto il portavoce dei manifestanti  ai microfoni dell’emittente Globo News. «Non ne possiamo più di lavorare notte e giorno per una paga da fame. Vogliamo turni di lavoro meno massacranti, uno stipendio adeguato e l’amnistia per i reati commessi fin qui dagli scioperanti» ha rincarato il portavoce. Ma dall’altra parte della barricata, il governo di Bahia non sembra avere intenzione di fare sconi. Nella giornata di ieri, infatti, la magistratura della capitale ha emesso 12 mandati di cattura contro i promotori della protesta. E secondo alcune fonti uno di essi sarebbe già stato arrestato. Il Brasile deve fare presto: tutto deve tornare alla normalità. Tra pochi giorni migliaia di turisti dovrebbero invadere le strade di Salvador per assistere al carnevale. Si, bisogna fare presto: il business non può aspettare.  

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